UGO RUSSO, uno dei più apprezzati radiocronisti RAI di “Tutto il calcio minuto per minuto” e “Pallavolando” e che (citando Wikipedia) “Ha seguito sei Olimpiadi, Mondiali ed Europei di moltissime specialità, oltre a Giri d’Italia di ciclismo, Sei Nazioni di rugby e molto altro. Ai giochi olimpici di Sydney 2000 ha seguito e raccontato per la Rai avvenimenti di 23 diverse discipline agonistiche.”
Uno che ne sa, sull’argomento, quindi… sentite cosa ha scritto di noi. 😁
“Sono cresciuto a pane e figurine. Così, dai primi anni della mia infanzia, ho imparato a conoscere e collezionare le produzioni Lampo, Cicogna, Nannina prima ancora della Panini. Altro che figurine virtuali o online, nulla potrà mai sostituire i cari rettangolini (per lo più) cartacei che allora rappresentavano sportivi ma, in genere, quasi tutte le tematiche. Crescendo, il sottoscritto, e avendo la Panini praticamente acquisito l’esclusiva di tutti gli album usciti (e rivolti, negli anni, pressoché del tutto ad argomentazioni sportive), non c’è stata più l’assidua frequentazione delle edicole per l’acquisto delle mitiche bustine ma ho molto spesso seguito con piacere quanto veniva pubblicato, specie in certi periodi. E di recente, con l’incedere degli Europei di calcio, l’occhio è andato subito a vedere se erano, nel frattempo, uscite delle cose sulle edizioni precedenti, in particolar modo su quelle dalla prima (1960) al 1976 perché, ad esempio, la citata Panini aveva cominciato a trattare l’argomento dal 1980 in poi. Con stupore, che poi si è trasformato in ammirato consenso, ho notato che una casa editrice veneta (si definisce amatoriale ma ce ne fossero di tante altre che fanno prodotti così belli), la Qubotondo), aveva da poco messo sul mercato le edizioni del Campionato europeo per nazioni dal 1960 al 1976: proprio quelle che mancavano, in maniera così completa, con immagini eccezionali e dati oltremodo esaustivi e certosini, fino ad ora! Mi sono informato su tutto quello che poteva interessare questi 4 album (1968 e 1972 assieme), ho visto le foto delle figurine e, anche per un mio utilizzo professionale e colmando il gap sulle precedenti assenze di pubblicazioni al riguardo, ho deciso di telefonare e di comprare le collezioni. Pacco arrivato a un giorno (!!!) dal pagamento e splendida sorpresa: album e figurine da attaccare meravigliosi, meglio di quanto mi aspettassi, lavorati e redatti con la massima attenzione, nitidezza delle foto e dei caratteri di stampa e completezza delle singole rose delle nazionali.
In più, e ve lo dice uno che conosceva tutte le pose delle figurine del passato, immagini mai usate e fantastiche con eccezionale risoluzione. Insomma, ho deciso io di scrivere quello che state leggendo per evidenziare, giustamente, il valore di una meritoria casa italiana che rappresenta il meglio su quanto produce. Qui c’è pure un lavoro di grafica e di elaborazione testi che è assolutamente difficile riscontrare.
L’Italia ha vinto l’ultima edizione dell’Europeo? Andiamo a rivedere i protagonisti del precedente successo, datato 53 anni fa; andiamo a ricordare, per chi ha vissuto quel periodo, o a conoscere, per i più giovani, i grandi campioni di quegli anni, che praticavano il calcio vero, più spettacolare e per cui, in ogni partita, il prezzo del biglietto era sempre giustificato. Soprattutto riscopriamo l’importanza delle figurine cartacee che nulla potrà mai far scomparire. Di questo ringrazio ancora il gentilissimo Daniele Bonesso, titolare della Qubotondo (che ha anche numerosi album già da proporre e tanti altri sono in cantiere) per aver colmato la lacuna di un periodo finora ingiustamente trascurato. E per averlo fatto nella maniera migliore con dei prodotti bellissimi. A lui, come merita, l’augurio di poter acquisire in breve tempo la giusta notorietà su scala nazionale.
Personalmente, ma credo che lo farete anche voi, amici che avete voluto leggere queste mie righe, seguirò con grande curiosità ed ammirazione le altre produzioni che la Qubotondo, di volta in volta, continuerà a partorire.
Ad maiora”
Grazie, Ugo. E’ sempre un onore sentire certi monumenti del giornalismo sportivo che parlano bene del nostro lavoro…
E forse cominciamo a capire che tanto male non sono i nostri album. E voi, che ne pensate?
(fonte immagine: Wikipedia)